Galleria il Ponte Firenze

Raymond Hains. Works from the 70’s

RAYMOND HAINS la mostra e le opere sono visibili anche su ARTSY
works from the 70’s
4 settembre – 16 ottobre 2020

 

Come nella migliore tradizione surrealista, Hains era un flâneur, e la deriva urbana era per lui un metodo di lavoro essenziale. Le strade erano il suo atelier, e diedero origine agli affiches déchirées (manifesti strappati) su cui iniziò a lavorare nel 1949 insieme a Jacques Villeglé. Entrambi gli artisti raccoglievano frammenti di vecchi poster strappati, e li trasformavano in composizioni astratte su larga scala. Con questi lavori, Hains produsse una versione sui generis dell’Informale, offrendo un punto di vista ironico sull’Espressionismo Astratto, definendosi “inaction painter”. Catherine Bonplus, Raymond Hains, MACBA, 1999.
Raymond Hains

Il contributo maggiore di Hains alla teoria del Noveau Realisme sta nella nozione di “Décollage”, caratteristica essenziale della sua attività di inventore. Il décollage è un gesto di appropriazione puro, immediato, che consiste nello staccare questo o quel frammento di manifesto dal suo supporto naturale, esclude ogni volontà di aggiunta o di composizione e in questo senso è proprio il contrario del “collage”. Alla deformazione della visione corrisponde strettamente la deformazione del pensiero. Il processo mentale di Raymond Hains è naturalmente alogico: si sviluppa a salti e con improvvisi mutamenti legati a delle associazioni formali, autentici giochi di parole che sono dei cardini dello spirito. Pierre Restany, Nuovo Realismo, Prearo Editore, Milan, 1973

SEITA & SAFFA, copyright by Raymond Hains, mostra alla galleria Iris Clert, Parigi, 1965



Il mito dell’invenzione della palissade simbolizza in Hains questa visione cosmica. Il mondo intero è un quadro e la palissade (aree riservate all’affissione) non è un tipo di pittura, ma la pittura a portata di mano. E’ chiara la distanza che separa Hains da Marcel Duchamp, per il quale l’orinatoio era una scultura e non la scultura. In questo spirito Hains espose alla prima biennale di Parigi, nel 1959, La Palissade des emplacements réservés, uno dei fatti più sensazionali in quella manifestazione. La palissade, con i suoi lembi di carta strappata, rappresenta un passo avanti nell’operazione affichiste, poiché l’immagine lacerata è presentata sul suo supporto originale. Pierre Restany, Nuovo Realismo, Prearo Ed. Milan 1973
Una Palissade

Nel 1964, all’inizio del suo soggiorno in Italia, crea due identità artistiche fittizie l’italiano SAFFA e il francese SEITA, dal nome di due aziende produttrici di fiammiferi. Hains, in qualità di loro agente organizza la prima mostra presso la Galleria del Leone a Venezia, L’Âne vêtu de la peau du Lion. “avevo immaginato due artisti che avevano ognuno il monopolio sulle scatole di fiammiferi. Questo espediente mi ha aiutato ad illustrare ciò che penso del Nouveau Realisme, che si sarebbe anche potuto chiamare astrazione personificata”; dall’intervista con Marc Bormand il 16 Febbraio 1999. L’anno seguente viene organizzata alla Galleria Iris Clert di Parigi la mostra “Seita and Saffa: copyright by Raymond Hains” in cui vengono esposte gigantesche scatole di fiammiferi con impressi i marchi dei due artisti “immaginari e incendiari”. Alla mostra erano anche presenti due pompieri per sottolineare la metafora con cui Hains “incendia” l’immagine con cui la critica l’aveva circoscritto a l’Affichisme, le Palissade e il Nouveau Réalisme.

Raymond Hains e Peppino Palazzoli alla Galleria Blu, Milano, 1970


OPERE DISPONIBILI
Raymond Hains. Works from the 70’s was last modified: Settembre 4th, 2020 by