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Pietro Gaglianò

    Zoè Gruni, Copricorpo I, 2005-2008, galleria Il Ponte, Firenze
    Zoè Gruni, Senza titolo, 2004-2007, galleria Il Ponte, Firenze
    Zoè Gruni, Copricorpo II, 2005-2008, galleria Il Ponte, Firenze
    Zoè Gruni, Ureo I, 2006-2008, galleria Il Ponte, Firenze
    Zoè Gruni, Metacorpo, 2009, video still, galleria Il Ponte, Firenze
    Zoè Gruni, Malocchio I_6_Los Angeles, 2010, galleria Il Ponte, Firenze
    Zoè Gruni, Malocchio II_1_Vaticano, 2011, galleria Il Ponte, Firenze
    Zoè Gruni, Cryptid 1, 2011, galleria Il Ponte, Firenze
    Zoè Gruni, Cryptid 3_e, 2011, galleria Il Ponte, Firenze
    Zoè Gruni, Boitatà, 2013, video still, galleria Il Ponte, Firenze
    Zoè Gruni, Boitatà_The End, 2013, galleria Il Ponte, Firenze
    Zoè Gruni, Fromoso, 2019:2020, 66x100 cm, galleria Il Ponte
    Zoè Gruni, Motherboard #1, galleria Il Ponte
    Zoè Gruni, Motherboard #10, galleria Il Ponte
    ZOÈ GRUNI Mostra 2023
    Evento 2018
    Evento 2016
    Mostra 2014
    Mostra 2009
    Cataloghi

    Zoè Gruni nasce nel 1982 a Pistoia. Vive e lavora tra Firenze, Rio de Janeiro e Los Angeles.

    Dopo il diploma nel 2000 all’Istituto d’Arte di Pistoia, nel 2006 si laurea all’Accademia di Belle Arti di Firenze dove frequenta la Scuola di Pittura di Andrea Granchi. Qui vince il Premio Studenti Eccellenti, mostrando il suo lavoro all’Accademia delle Arti del Disegno a Firenze. Durante la ricerca di tesi sul lavoro di Carol Rama, Zoè Gruni si trasferisce a Torino dove incontra di persona l’artista. Nello stesso anno apre lo Spazio d’Arte Contemporanea Studi8 a Pistoia in collaborazione con altri artisti.
    Attraverso il Centro di Documentazione per l’arte contemporanea di Pistoia mostra i suoi lavori in molte mostre, eventi e open studios nella sua città natale e presenta la sua prima personale Balì Balle Baloo a Palazzo Balì, curata da Silvia Lucchesi. Nel 2010 una sua opera viene acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e presentata a Palazzo Fabroni all’interno della mostra 1910 –2010: un secolo d’arte a Pistoia, curata da Lara Vinca Masini. Lavora in alcune rappresentazioni teatrali e le sue sculture diventano l’elemento drammaturgico di Conversazione con la pietra, uno spettacolo creato in collaborazione con l’attore e musicista Piero Corso e l’attrice Tania Garribba (Festival Via Cava, Roselle 2007).
    Nel 2007 inizia la collaborazione con la Galleria Il Ponte di Firenze, che attualmente rappresenta il suo lavoro, esibendolo in molte Fiere di Arte Contemporanea Internazionali. Tra il 2008 e il 2010, con il curatore Enrico Pedrini, presenta la sua personale metato/metacorpo alla Galleria Il Ponte di Firenze; alla Galleria Depardieu di Nizza (Francia); alla Galleria Entropyart/In/Progress di Napoli e al Teatro Sala Umberto di Roma. A Firenze lavora con C.C.C.S. Strozzina nell’ambito di Open Studios 2009, che fa parte del progetto Toscana In Contemporanea, in collaborazione con il Centro d’Arte Luigi Pecci di Prato. In questa occasione l’artista tiene alcune conferenze per le Università Americane a Firenze.
    Nel 2010 si trasferisce in California e inizia la collaborazione con la Galleria Fu Xin di Shanghai che mostra il suo lavoro per la prima volta a Los Angeles. Tra il 2010 e il 2012 Zoè Gruni sviluppa Urban Jacklope che, attraverso lo Spazio d’Arte F_AIR di Firenze e il FUA (Florence University of America) curato da Lucia Giardino, coinvolge musicisti e giovani scrittori. Nel 2011 diventa artista-membro della comunità O.C.C.C.A.(Orange County Center for Contemporary Art) in Santa Ana, dove prende parte a Ufora, progetto internazionale di arte relazionale, dove viene invitata come “luminaries artist”. Nel 2012 è artista residente in Raid Project a Los Angeles, dove sviluppa Metropolitan Legend Project che presenta a LA Artcore. Durante i due anni negli Stati Uniti, partecipa a numerose mostre collettive in California (Los Angeles, Santa Monica, Torrance, Irvine, Santa Ana) e il suo lavoro viene selezionato per alcune Biennali (Biennale Giovani Monza, curata da Franziska Nori; 54° Esposizione d’Arte Internazionale La Biennale di Venezia – Lo stato dell’arte, Padiglione Accademie a Venezia; MexiCali Biennial nel Vincent Price Museum a Los Angeles; Sur Biennal nel TAM Museum a Torrance).
    Nel 2012 Zoè Gruni si trasferisce in Brasile. Mentre vive a Rio de Janeiro, inizia a studiare la cultura brasiliana e il tema del Nomadismo e realizza il video La Mérica in collaborazione con la video-maker Lyana Peck, che presenta all’Ambasciata Italiana in Brasile. Nel 2013 partecipa alla mostra Projeto Identidade, dove il programma d’arte Estudio Movél della TV brasiliana la invita per un’intervista. Nello stesso anno è artista residente al FAAP in San Paolo, dove sviluppa il Projeto Boitatà. L’opera multimediale include una performance musicale, in collaborazione con il gruppo di musicisti sperimentali Tek Tek Gerbelier & Spitz e la ballerina euritmica Marcia Ferreira, che è stata eseguita nella Kunsthalle di San Paolo. Dopo la residenza, la Galleria Progetti invita Zoè Gruni a presentare Boitatà in una personale a Rio de Janeiro. Durante la mostra inizia a collaborare con gli artisti Bernardo Damasceno e Xico Chaves per la realizzazione di Palavrorio, un dibattito aperto tra antropologia e politica.
    Nel 2014 il suo lavoro viene selezionato in Germania per il Premio Artistico Fondazione VAF, XI edizione: Posizioni attuali dell’arte italiana e la Galleria Il Ponte di Firenze la invita per la seconda volta a tenere una mostra personale dal titolo Le Americhe. In questa occasione viene pubblicato il catalogo Zoè Gruni. 2004-2014 Mitopoiesi, sui suoi ultimi dieci anni di lavoro, con testi di  Franziska Nori e Xico Chavez.
    Nel 2016 crea la scultura intercontinentale Boto Rosa: in Brasile, a Rio de Janeiro, in occasione di Intervenções Bradesco di ArtRio, la coda di questo delfino leggendario affiora dalle acque di una fontana nel giardino del Museu da Republica, contemporaneamente, in Italia, la testa emerge nelle Fabbriche Ex Lucchesi di Prato per La Torre di Babele a cura di Pietro Gaglianò, in collaborazione con il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.

    Nel 2017 Zoè reinterpreta Carmen pra rua una riproposizione della performance Carmen (2007) al Centro Cultural Justiça Federal di Rio de Janeiro in collaborazione con Galeria Transparente.
    Fra il 2017 e il 2020 insegna nella scuola d’arte e istituzione museale EAV Parque Lage. Dai suoi corsi prende origine il progetto di ricerca collettiva Segunda Pele: Híbrido, memória, reciclagem (Seconda pelle: ibrido, memoria, riciclo). Il risultato è un cortometraggio e un’installazione-video a due canali, realizzati in collaborazione con il regista russo-francese Alexis Zelensky. Negli stessi anni gestisce lo spazio occupato Residência Felismina, creando progetti tesi a valorizzare i bambini e la cultura di strada. Qui presenta per la prima volta Aladina, — opera omaggio alla resistenza delle donne — in un’installazione sonora con i versi della poetessa brasiliana Priscilla Menezes.
    Nel 2020 Zoè Gruni rientra in Italia.
    Nel 2023 una sua opera entra a far parte delle Collezioni del Novecento di Pistoia Musei, in questa occasione, nell’ambito di ‘900 Talks – Corpo come frontiera, presenta con Camilla Boemio il libro Segunda Pele, edizioni Metilene. Nello stesso anno nello spazio AOC F58 – Galleria Bruno Lisi, Roma, espone, a cura di Camilla Boemio, Fromoso, una video performance sul concetto di antropofagia realizzata in una discarica di carri del Carnevale nell’area portuale di Rio de Janeiro. La galleria Il Ponte a Firenze, sempre a cura di Camilla Boemio presenta il suo ultimo lavoro Motherboard (Scheda madre) insieme ai precedenti Fromoso e Segunda Pele.

    Sue opere fanno parte di collezioni private e museali fra cui la Fondazione VAF in Germania, la EAV Parque Lage di Rio de Janeiro in Brasile, la collezione del Novecento di Pistoia Musei in Italia.

     

    Giugno 4, 2018 0 comment
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