RODOLFO ARICO’ | Biografia | |
Germinazione di un’idea. 1965-1972 | Catalogo | |
a cura di ILARIA BERNARDI | ||
18 ottobre – 31 dicembre 2014 |
Seguire il processo di definizione dell’idea chiave all’interno del percorso di un artista è un’avventura che attraverso questa mostra si può ripercorrere per Rodolfo Aricò.
Dopo una prima esperienza in ambito informale e un successivo avvicinamento al lavoro di Arshile Gorky e Robert Delaunay, Aricò intraprende un processo di oggettivazione della pittura che lo conduce, nella seconda metà degli anni Sessanta, a risultati affini alle coeve sperimentazioni d’oltreoceano (dall’Astrazione Post-pittorica al Minimalismo), ma con caratteristiche del tutto originali. La specificità del suo lavoro risiede nell’associare la sensibilità del colore con il rigore di una forma che pian piano prende volume sulla tela fino a divenire oggetto tridimensionale (o “shaped canvas”), illusionisticamente in espansione nello spazio.
In Forma e campionario (1965) la pennellata, seppur ancora vibrante, delinea una forma geometrica concepita quale elemento modulare da ripetere e variare, per poi dar luogo ad una scansione ritmica di rapporti assonometrici (in Assonometria simultanea, 1965). La serialità implicita alla iterazione di una forma, si svincola pian piano dalla bidimensionalità della tela, cercando una preliminare espansione nello spazio. Nelle quattro varianti di Progetto Assonometria del 1967, infatti, l’artista, campendo una medesima figura arrotondata con colori che vanno dal bianco al verde, tenta di conferire virtualmente alla pittura sempre più volume, come per farla distaccare dal supporto. Da qui all’idea delle tele sagomate il passo è breve. Prospettiva (1969), Prospettiva verde-rossa-blu (1971), Prospettiva blu (1971) e Tricromia (1972) sono costruzioni geometrico-architettoniche in cui l’emozione del colore, caratteristica dei lavori degli anni Sessanta, viene del tutto filtrata dalla razionalità della forma per trasformare la pittura in un “oggetto” capace di far coincidere l’oggettività della struttura con la soggettività della sua percezione.