RICERCA E SVILUPPO

La Galleria Il Ponte, con una lunga e prestigiosa storia iniziata nel 1965, da oltre un decennio dedica particolare attenzione a una selezione di artisti operanti nella seconda metà del Novecento. Questi artisti, di grande rilevanza storico-artistica, non hanno ancora ricevuto un’adeguata attenzione critica.

La galleria ha quindi avviato un’iniziativa di ricerca volta ad approfondire lo studio delle loro opere. Questa iniziativa si concretizza attraverso il recupero di opere significative e materiali d’archivio, la pubblicazione di cataloghi dedicati, l’organizzazione di mostre ed esposizioni, sia permanenti che virtuali.

La conservazione e lo studio di questi fondi documentari sono stati sviluppati in stretta collaborazione con gli archivi e gli eredi degli artisti. Questo impegno ha permesso di valorizzare e diffondere la conoscenza di tali artisti, contribuendo al riconoscimento del loro contributo al panorama artistico contemporaneo.

La galleria si propone di rendere quanto più accessibili possibile, sia al grande pubblico che agli ambienti accademici, i materiali documentari e le ricerche prodotte. Questo obiettivo viene realizzato attraverso l’uso dei più innovativi e aggiornati sistemi informatici e di comunicazione. Esemplare a questo proprosito è il progetto di digitalizzazione dell’archivio dell’artista Mauro Staccioli portato avanti in collaborazione con la Bibliotheca Hertziana e la Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra accessibile gratuitamente online attraverso un portale dedicato.

Questi gli artisti su cui, fino ad oggi, si è incentrata la nostra ricerca per ampliarne e svilupparne la conoscenza:



Lorenzo Bonechi

La Galleria Il Ponte ha dedicato a Lorenzo Bonechi una mostra personale nel 2020. Da questo momento in poi, in collaborazione con gli eredi e l’archivio dell’artista, ha intrapreso un percorso di recupero e valorizzazione dei materiali d’archivio finalizzato alla realizzazione di mostre museali e alla futura pubblicazione di approfondimenti e studi sull’opera di Bonechi.
Attualmente, la Galleria Il Ponte, in collaborazione con l’archivio Lorenzo Bonechi, sta lavorando a una significativa retrospettiva che si terrà al Castello di Soliera (MO) nell’autunno del 2024. Questa mostra presenterà non solo una panoramica esaustiva del lavoro dell’artista valdarnese, ma anche alcune opere inedite, offrendo un’occasione unica per riscoprire e apprezzare la profondità e la varietà del suo contributo artistico.

Lorenzo Bonechi, delle opere radicali, galleria Il Ponte, Firenze_1
Lorenzo Bonechi, delle opere radicali, galleria Il Ponte, Firenze_2
Lorenzo Bonechi, delle opere radicali, galleria Il Ponte, Firenze_3
Lorenzo Bonechi, delle opere radicali, galleria Il Ponte, Firenze_4
Lorenzo Bonechi, delle opere radicali, galleria Il Ponte, Firenze_5
Lorenzo Bonechi, delle opere radicali, galleria Il Ponte, Firenze_7
Lorenzo Bonechi, delle opere radicali, galleria Il Ponte, Firenze_8b


Giuseppe Chiari

Il rapporto di collaborazione tra la galleria Il Ponte e Giuseppe Chiari e i suoi eredi è ormai più che trentennale.
L’artista fiorentino è stato uno dei grandi protagonisti di Fluxus prima, poi del Concettuale e delle Performances, che, muovendo da discipline diverse, ha indicato nuove posizioni teoretiche e pratiche nei confronti dell’arte. Il suo modo di affrontare il problema artistico é sempre dissacrante e sul filo del rasoio fra il fare e non fare, fra il dire e non dire, muovendosi attraverso comportamenti alternativi e con continui sconfinamenti dalla specificità dei linguaggi.
Dopo alcuni primi contatti nel corso degli anni Ottanta, Il Ponte ospita la prima mostra di Giuseppe Chiari nel 2006 dal titolo “Mi hanno cercato” che celebra gli Ottanta anni dell’artista e raccoglie materiali (spartiti, foto, scritte) dall’inizio degli anni Sessanta fino ad oggi.
Dopo la scomparsa dell’artista nel 2007, la galleria prosegue la collaborazione attraverso gli eredi e l’Archivio Giuseppe Chiari.
Nel 2010 si tiene la mostra “I sei scalini sono la musica” a cura di Andrea Alibrandi e Enrico Pedrini che recupera un nucleo di opere legate al ritrovamento nel 1987 di un piccolissimo pianoforte a sei tasti e rimaste inedite.
Nel 2017, in occasione del decennale della scomparsa di Chiari, Il Ponte organizza assieme ad altre quattro gallerie fiorentine la mostra “Pentachiari. Cinque gallerie per Giuseppe Chiari” a cura di Bruno Corà. All’interno di queste cinque esposizioni, viene persentato un aspetto di Chiari forse meno noto: il suo rapporto con la fotografia. Infatti, pur non essendo un fotografo, l’artista, soprattutto durante gli anni ’70, utilizza spesso questo medium. Si impossessa però di immagini non scattate da lui e, attraverso la propria firma, le trasforma in una sua opera, in cui la datazione, frequentemente presente, coincide con questo momento di appropriazione e non con quello dello scatto.
In vista del centenario della nascita dell’artista la galleria e l’Archivio stanno lavorando a stretto contatto per l’organizzazione di una importante mostra museale nella quale presentare un’ampia retrospettiva sull’opera di Giuseppe Chiari. A questo proposito è in corso una campagna di ricerca, recupero e digitalizzazione dei materiali d’archivio, sia conservati presso gli eredi, che un censimento delle opere e dei documenti riguardanti l’attività artistica dell’autore presso altri soggetti sia pubblici che privati. A corredo di questa mostra, oltre al catalogo, verrà pubblicato un primo volume dedicato alle sue partiture musicali fino agli anni Settanta.

Giuseppe Chiari, Concerto per luce, 1984, galleria Il Ponte, Firenze
Giuseppe Chiari, Il pianoforte come un carro, 1982
Giuseppe Chiari, Suonare la stanza, 1974
Giuseppe Chiari, Gesti sul Piano, 1979, galleria Il Ponte, Firenze
Giuseppe Chiari, La televisione, la finestra e l ’acqua sono tre specchi, 1979, galleria Il Ponte, Firenze
Giuseppe Chiari, Senza titolo, 2006, galleria Il Ponte, Firenze
Giuseppe Chiari, I sei scalini sono la musica, (anni ’90), galleria Il Ponte, Firenze_7
Giuseppe Chiari, PentaChiari, 2017, galleria Il Ponte, Firenze_6
Giuseppe Chiari, PentaChiari, 2017, galleria Il Ponte, Firenze_2
Giuseppe Chiari, PentaChiari, 2017, galleria Il Ponte, Firenze_9
Giuseppe Chiari, Senza titolo, 1981, galleria Il Ponte, Firenze
Giuseppe Chiari, Senza Titolo, 1982, galleria Il Ponte, 150x104,5 cm
Giuseppe Chiari, Senza Titolo, 1982, galleria Il Ponte, 127x115 cm
Giuseppe Chiari, Senza titolo, 1974, galleria Il Ponte, Firenze
Giuseppe Chiari, Senza titolo, 1962, galleria Il Ponte, Firenze
Giuseppe Chiari, Metodo per suonare il pianoforte, 1975, galleria Il Ponte, Firenze_1


Rosa Foschi

Rosa Foschi ha sempre lavorato lontana dai riflettori, conducendo una ricerca solitaria ed erudita sperimenando medium come fotografia, video e libro d’artista, influenzata e influenzando fortemente il suo compagno di vita Luca Maria Patella.
A partire dalla mostra personale del 2019 “Polaroid Rosa & Film Foschi”, è competenza della galleria far emergere la figura di Foschi e portarla alla conoscenza del grande pubblico valorizzando la sua ricerca artistica e la sua storia personale legata all’ambiente artistico e intellettuale romano ed europeo, dalla galleria L’Attico a Cinecittà, dalle suggestioni post-dadaiste alle riflessioni tra iconologia e indagine alchemica di area romana post-concettuale.
La galleria ospiterà nell’inverno 2024 una mostra personale che indagherà le sue richerche sul concetto di Libro d’Artista affiancando le opere a documentazione storica e video realizzati dalla stessa.

Rosa Foschi, Je suis, 1995, galleria Il Ponte, Firenze
Rosa Foschi, Majakowski a Joyce io sono un cavallo e tu?, 1996, galleria Il Ponte
Rosa Foschi, Dialogue!, 1996, galleria Il Ponte, Firenze
Rosa Foschi, Ce n’est pa une image juste…, 1994, galleria Il Ponte
Rosa Foschi, Dream (sognando Bogart), 1995, galleria Il Ponte
Rosa Foschi, Non dimentico…, 1994, galleria Il Ponte, Firenze
Rosa Foschi, Sensibilízzati : Sensibilizzàti, 1994, galleria Il Ponte, Firenze
Rosa Foschi, Luca Patella dis-enameled 2, 1989, galleria Il Ponte, Firenze
Rosa Foschi, Casa Dürer 2, 1989, galleria Il Ponte, Firenze
Rosa Foschi, Maramao - quel gatto di Marcel 2, 1988, galleria Il Ponte
Rosa Foschi, Wit 1, 1996, galleria Il Ponte, Firenze
Rosa Foschi, Wit 4, 1996, galleria Il Ponte, Firenze


Bruno Gambone

Bruno Gambone è maggiormente noto al grande pubblico come ceramista. In pochi sanno però che fra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Settanta si era dedicato esclusivamente alla pittura.
Dopo essersi stabilito a New York, nel 1963, la sua pittura geometrica, sulla linea di certo Minimalismo statunitense, attraverso colori vividi e brillanti, acquisisce una volumetria che emerge fortemente dalla superficie pittorica. Fra il ‘66 e il ‘67 tale tridimensionalità prende corpo e acquisisce forte rilievo, sia attraverso strutture lignee dipinte, che con la realizzazione di volumi geometrici schiacciati contro la parete e rivestiti di tela. Nel 1967 a Milano, nella galleria del Cenobio, invitato dall’amico Alviani, realizza un ambiente di tele tensionate su strutture lignee, introdotto nel catalogo della mostra da un testo di Germano Celant. Prosegue poi su questa linea con opere che hanno le caratteristiche sostanziali della “pittura oggetto”, così definita da Gillo Dorfles nel 1966, che nella mostra a Roma all’Arco d’Alibert di Mara Coccia, insieme a Fontana presenta i più giovani Castellani, Bonalumi e Scheggi. Soprattutto con gli ultimi due Gambone era legato da fraterna amicizia e unità d’intenti e insieme partecipano in quegli anni a numerose mostre e ad azioni artistico-teatrali.
Questo mondo di Bruno Gambone, pur citato negli studi sugli altri autori, si può dire che sia rimasto celato, per oltre quarant’anni, dalla sua ben più nota attività di ceramista, cui si dedica quasi interamente poco dopo la morte del padre Guido (ceramista attivo fra il 1909 e il 1969).
Nel 2014 la galleria gli dedica la prima retrospettiva incentrata suo lavoro pittorico dal titolo “Oggetti 1965-1970” accompagnata da una pubblicazione che ripercorre attraverso testimonianze e numerosi documenti la vicenda incredibile di Gambone nel mondo dell’arte degli anni Sessanta tra New York e Milano.
Dopo la scomparsa dell’artista La galleria Il Ponte continua a collaborare con l’archivio per approfondire lo studio della sua opera pittorica.

Bruno Gambone, Oggetti 1965-1970, galleria Il Ponte, Firenze_1
Bruno Gambone, Oggetti 1965-1970, galleria Il Ponte, Firenze_2
Bruno Gambone, Oggetti 1965-1970, galleria Il Ponte, Firenze_3
Bruno Gambone, Oggetti 1965-1970, galleria Il Ponte, Firenze_5
Bruno Gambone, Oggetti 1965-1970, galleria Il Ponte, Firenze_6
Bruno Gambone, Oggetti 1965-1970, galleria Il Ponte, Firenze_7
Bruno Gambone, Oggetti 1965-1970, galleria Il Ponte, Firenze_8
Bruno Gambone, Oggetti 1965-1970, galleria Il Ponte, Firenze_9
Bruno Gambone, Oggetti 1965-1970, galleria Il Ponte, Firenze_10


Giulia Napoleone

Nel 2018, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ricompone il percorso artistico di Giulia Napoleone con una mostra antologica a cura di Giuseppe Appella. Centoquattro le opere (dipinti, sculture, disegni, incisioni, libri d’artista, datati 1956-2018) selezionate per evidenziare la nascita e gli sviluppi di un preciso linguaggio formale: dei paesaggi interiori, dei paesaggi “di puntini”, come li definisce lei stessa, di quella ricerca sulla complessità semantica che domina la scena intellettuale e artistica degli anni Sessanta, in cui l’artista opera con la sua personalissima lettura del reale mediata dalla poesia.
Giulia Napoleone dalla metà degli anni Novanta collabora con la galleria, che negli anni le ha dedicato tre mostre personali e supporta il suo lavoro in numerose altre sedi sia in Italia che all’estero.
La prima, nel 1996, “La percezione della luce come emozione”, presenta un gruppo di pastelli e 23 acquarelli inediti. Nel 2002 presenta per la prima volta lavori ad olio accompagnati da disegni e incisioni in una mostra dal titolo “Mutano i cieli”, il quale, a partire da un verso delle Epistolae di Orazio, Caelum, non animum mutant qui trans mare currunt, tende a sottolineare come il mutare delle tecniche comporta una forte modifica della forma espressiva.
Il lavoro di ricerca sull’opera di Giulia Napoleone nasce a margine della mostra tenutasi nel 2020 “Nero di China”. A corredo di questa che presentava la produzione più recente dell’artista realizzata interamente a china, viene pubblicato un volume che, oltre a presentare le quindici opere esposte, ripercorre questo aspetto del lavoro dell’artista fin dalle sue prime piccole chine della metà degli anni Cinquanta. Attraverso le immagini e il testo di Bruno Corà, si potrà così penetrare nella peculiare dimensione di un mondo in bianco e nero, che si concretizza nelle opere di questa artista attraverso l’uso dell’inchiostro di china portato fino al suo limite estremo.
La Galleria Il Ponte sta inoltre portando avanti un attento lavoro di organizzazione dell’archivio di Giulia Napoleone, con l’obiettivo di renderlo disponibile e fruibile a studiosi e ricercatori. Questo progetto permetterà di fornire un importante strumento di ricerca non solo sul percorso artistico della Napoleone, ma anche sul vivace ambiente artistico e letterario in cui si è formata, ha lavorato e continua a operare.

Giulia Napoleone, Acquarello, 1982, galleria Il Ponte, Firenze
Giulia Napoleone, Doppio orizzonte (bozzetto), 1988, galleria Il Ponte, Firenze
Giulia Napoleone, Acqua IV, 1992, galleria Il Ponte, Firenze
Giulia Napoleone, Mutano i cieli XII, 2001, galleria Il Ponte, Firenze
Giulia Napoleone, Mutano i cieli III, 2001, galleria Il Ponte, Firenze
Giulia Napoleone, La trace, galleria Il Ponte, Firenze
Giulia Napoleone, La clarté 2, galleria Il Ponte, Firenze
Giulia Napoleone, Au bord du vide, galleria Il Ponte, Firenze
Giulia Napoleone, Le tremblement du corps entier, galleria Il Ponte, Firenze
Giulia Napoleone, Étoile qui s’enfuit, galleria Il Ponte, Firenze


Michel Parmentier

La galleria Il Ponte presenta nel 2022 la prima mostra di Michel Parmentier in Italia, a cura di Guy Massaux, artista e suo assistente storico, in collaborazione con la Eduardo Secci Gallery di Milano e con l’Association Michel Parmentier.
La mostra “Michel Parmentier. Opere e documenti” presenta opere storiche degli anni Sessanta, Ottanta e Novanta, accompagnate da una ricca selezione di disegni, fotografie e documenti storici che testimoniano il suo singolare percorso artistico. Questa è stata accompagnata dalla prima pubblicazione in italiano (oltre che in francese e in inglese) relativa all’artista, nella quale, oltre ad importanti testi critici, attraverso le testimonianze documentarie viene ricostruito tutto il percorso creativo e intellettuale dell’artista francese.

Michel Parmentier, galleria Il Ponte_01
Michel Parmentier, Opere e documenti, galleria Il Ponte_02
Michel Parmentier, Opere e documenti, galleria Il Ponte_03
Michel Parmentier, Opere e documenti, galleria Il Ponte_05
Michel Parmentier, Opere e documenti, galleria Il Ponte_06
Michel Parmentier, Opere e documenti, galleria Il Ponte_07
Michel Parmentier, Opere e documenti, galleria Il Ponte_08


Luca Maria Patella

Luca Maria Patella si forma, sotto l’influenza del padre Luigi cosmografo umanista, tra l’europa e il Sudamerica. Il suo background è artistico, scientifico (Chimica Strutturale: è stato giovane assistente – per i rapporti fra la “Risonanza” e la biochimica – di Linus Pauling, doppio premio Nobel) e psicoanalitico (dal 1967, con Ernst Bernhard). Lavora come artista a partire dalla metà degli anni Sessanta, quando i suoi interessi abbracciano sia l’arte che la scienza, utilizzando vari media espressivi sperimentali quali fotografia (diapositive-colore, grandi tele fotografiche virate, stampe colore e b/n e varie tecniche personali), “films-opera”, video, suono, libro, computer, pittura, incisione, installazione. Ha studiato soggetti sia artistici che scientifici ed è stato fortemente influenzato da cosmologia, chimica strutturale e psicologia analitica, divenendo inventivo in tutti questi campi. Molteplici le sue conoscenze e frequentazioni con artisti e personalità internazionali, tra cui Marcel Duchamp, André Masson, André Breton, Jacques Lacan, Giorgio De Chirico, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Lionello Venturi, Roman Opalka, S.W. Hayter, Leo Dohmen, Max Lüscher, Joan Jonas, Paul Watzlavick, Meret Oppenheim, Andy Warhol, Sol LeWitt. Spicca nel mondo dell’arte italiana grazie alla sua invenzione di complesse procedure tecniche e creative.
Dal 2017 la galleria dedica alla sua modalità artistica pubblicazioni e mostre personali approfondendo le tecniche innovative e le ricerche intermediali e multidisciplinari. Tra queste possiamo annoverare “La fotografia di Luca Maria Patella” a cura di Alberto Fiz, la prima pubblicazione che raccoglie le principali opere fotografiche di Patella tra il 1965 e il 1985 e la mostra “NON OSO / OSO NON / essere” in cui Patella, commentando così: “Beh! più modestamente (mo’ destamente?) ritorno a Firenze, al Ponte (!) con alcune mie idee (fiorentine?! che implicano la dialettica profonda, fra INConscio & COSCienza)”, presenta una selezione di opere ricche di rimandi alla storia dell’arte e della letteratura da Dante a Lacan e molti altri.
La galleria ha recuperato negli anni alcune sue importanti opere storiche, presentate in quasi tutte le principali mostre sia italiane che internazionali dell’artista. Tra queste si segnalano anche alcune della serie “Terre Animate” considerate dai curatori del MOCA di Los Angeles “a key-work in the history of Land-art” e presentate recentemente nella mostra “Renverser ses yeux” presso Jeu de Paume e Le Bal a Parigi.

Luca Maria Patella, Vasi fisiognomici di Battista Sforza e di Federico da Montefeltro, galleria Il Ponte, Firenze
Luca Maria Patella, Sibilla Cumana da Michelangelo, 1983 (Vasa Physiognòmica picta), galleria Il Ponte, Firenze
Luca Maria Patella, DUCH (in età e che verso Spirito), 1983 (Vasa Physiognòmica picta), galleria Il Ponte, Firenze_
Luca Maria Patella, Cosmo di Montefolle, 1985-86, galleria Il Ponte, Firenze
Luca Maria Patella, Le vol entier de Vénus, 1989, galleria Il Ponte, Firenze
Luca Maria Patella, NON OSO : OSO NON essere, anni '80, galleria Il Ponte, Firenze
Luca Maria Patella, Tondi Cieli, anni '80, galleria Il Ponte, Firenze
Luca Maria Patella, Federico da Montefeltro, 2017, galleria Il Ponte, Firenze
Luca Maria Patella, Perché il Sol ne riluca, 1991, galleria Il Ponte, Firenze
Luca Maria Patella, Artemide lumaca, (anni ‘70), Il Ponte, Firenze
Luca Maria Patella, Occhio nel paesaggio, 1965, galleria Il Ponte, Firenze
Luca Maria Patella, Biglietto d'autobus ecc ecc, galleria Il Ponte, Firenze
Luca Maria Patella, Pioggia, 1966, galleria Il Ponte
Luca Maria Patella, Terra animata (misurazioni della terra), 1967, galleria Il Ponte
Pino Pascali nel film SKMP2 di L.C. Patella, 1968, galleria Il Ponte
Elio Grazioli, Luca Maria Patella disvelato, galleria Il Ponte, Firenze
Luca Maria Patella, Luca Patella (asfalto firmato), 1967, galleria Il Ponte, Firenze


Renato Ranaldi

La galleria Il Ponte segue assiduamente il lavoro dell’artista fiorentino Renato Ranaldi da oltre un ventennio realizzando mostre personali, cataloghi e supportandolo nella sua produzione letteraria.
Nel 2005 si tiene la prima mostra di Ranaldi a Il Ponte, una retrospettiva dedicata al piccolo disegno dagli anni Sessanta ad oggi. “Parusie – repertorio del piccolo disegno” a cura di Bruno Corà, nasce a corredo all’imponente volume in cui si ripercorre lo sviluppo del lavoro di Ranaldi attraverso l’intero corpus dei suoi disegni di piccolo formato, che copre l’arco di un quarantennio. Le ottocentoventisei tavole che compongono il libro sono state integralmente presentate in galleria attraverso una disposizione che segue la logica della quadreria, fin quasi ad occupare ogni spazio possibile sulle pareti.
L’attenzione alla produzione dei disegni di Ranaldi da parte della galleria non si ferma a questa prima occasione. Ranaldi infatti sente “l’interiore necessità di trovare nel disegno un modo per esistere, per essere presente nel mondo ed esprimere così la propria visione delle cose”. Vengono quindi alla luce nel 2015 i due tomi di “Disegni 1959-2013” per i tipi de Gli Ori e il volume “Fuoriarchivio. Disegni 1980 / 2022” edito da Forma ed uscito nel 2023.
Un altro aspetto della pratica artistica di Ranaldi che Il Ponte sta approfondendo è quello della sperimentazione video condotta dall’artista sul finire degli anni Sessanta con la pubblicazione del film Senilix nel 1968. Questo aspetto meno noto dell’opera di Ranaldi nasce dall’esperienza del Teatro Musicale Integrale con Andrea Granchi e Sandro Chia nel biennio 1967-1969 e si sviluppa fino al 1978 realizzando varie opere di Cinema d’artista.
Da sempre la produzione artistica di Ranaldi è affiancata da una instancabile attività scrittoria che negli anni ha prodotto testi di vario genere, dal saggio, al racconto e al romanzo, attraverso i toni dell’invettiva e del lamentamento. Suoi scritti sono apparsi nella rivista d’Arte contemporanea Mozart, sul bimestrale di immagini, politica e cultura Il grande vetro e sul periodico trimestrale di letteratura Il portolano. La sua scrittura tende a descrivere la tensione originaria e il bilico fisico-mentale che improntano i suoi segni. La misura, la rotazione, il ritorno e Tebaide, che trattano lo sconcerto dell’artista in crisi identitaria totalizzante, precedono la sua ultima uscita, il volume “Ala spazzina” edito da Le lettere.

Renato Ranaldi, Parusie, galleria Il Ponte, Firenze_02
Renato Ranaldi, Parusie, galleria Il Ponte, Firenze_03
Renato Ranaldi, Parusie, galleria Il Ponte, Firenze_04
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Mauro Staccioli

La galleria Il Ponte inaugura la propria collaborazione con Mauro Staccioli nel 2004 con la mostra “Sculture e progetti” per la quale l’artista ha realizzato su misura per gli spazi espositivi due opere, Firenze 2004 e Uguale e contrario. Da questa esperienza Il Ponte diventa una delle principali gallerie di riferimento in Italia per l’artista, curando insieme alla galleria Niccoli di Parma l’installazione dell’opera Quadrato dai lati curvi in Piazzetta Reale a Milano in occasione di Miart 2008. La collaborazione tra le due gallerie ha prodotto nel 2009 la sua più grande mostra a Volterra, sua città natale, “Mauro Staccioli. Volterra 1972-2009 – Luoghi d’esperienza”. Questa, oltre a proporre una selezione di disegni, piccole sculture e fotografie presentate in alcuni spazi espositivi della città, ha visto la realizzazione di ben 19 grandiose sculture ambientali che, interessando non solo la città di Volterra ma tutto il suo territorio, sottolineano un paesaggio in cui storia, cultura e lavoro umano si intrecciano nell’opera dell’artista. Molte delle opere ambientali ideate per l’occasione sono tuttora installate e si sono trasformate in un vero e proprio percorso di sculture all’aperto.
La realizzazione di questa mostra e delle sue numerose sculture monumentali ha evidenziato la necessità di creare un organismo dedicato alla valorizzazione, tutela e conservazione delle opere di Staccioli nel mondo. È così che nel 2012 è nata l’Associazione Archivio Mauro Staccioli, di cui la galleria fa parte sin dalla fondazione.
Per celebrare questo evento, le gallerie Il Ponte e Niccoli hanno realizzato congiuntamente la mostra “Mauro Staccioli. Gli anni di cemento 1968-1982”, accompagnata dall’omonimo volume. Questo libro, per la prima volta, documenta e ricostruisce i primi quindici anni della produzione artistica di Staccioli attraverso le opere, gli eventi e i documenti che hanno caratterizzato i momenti salienti del suo percorso artistico.
Nel 2018, anno della sua scomparsa, la galleria Il Ponte gli dedica la mostra Mauro Staccioli. Lo spazio segnato, a cura di Alberto Fiz e sempre a sua cura La Soprintendenza Speciale di Roma. Archeologia Belle Arti Paesaggio e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea organizzano una grande retrospettiva a Roma nelle Terme di Caracalla, Mauro Staccioli: Sensibile Ambientale (13 giugno – 4 novembre 2018).
Il 2020 segna l’inizio di un’importante processo di ristrutturazione scientifica dell’archivio di Mauro Staccioli. Il progetto a cura di Ilaria Bernardi “Digital for Mauro Staccioli” vince il bando “Toscanaincontemporanea 2020”. Con questi fondi viene finanziata, oltre ad una mostra di arte digitale tutt’ora visibile sul sito dell’archivio, l’inventariazione della documentazione cartacea e fotografica conservata presso l’Archivio Mauro Staccioli, relativa ai progetti dell’artista realizzati a partire dal 1971. Questo inventario digitale, realizzato dalla studiosa Caterina Martinelli, è di fondamentale importanza per permettere agli studiosi di individuare da remoto la presenza o meno di documenti relativi all’argomento di loro interesse.
A corollario di questo progetto nasce nel 2019 la collaborazione con la Bibliotheca Hertziana – Max Plank Institute di Roma che, dal 2020 al 2023, ha portato avanti tramite il suo Digital Humanities Lab una monumentale campagna di digitalizzazione dei documenti prodotti da Staccioli dal 1971 al 1988. Questi materiali sono stati pubblicati online, liberamente accessibili, su un portale appositamente progettato che replica dinamicamente la struttura archivistica della documentazione e sfrutta le tecnologie di archiviazione semantica dei dati, impiegando un grafo di dati strutturato, integrato da funzioni nascoste progettate per facilitare la scoperta di nuovi contenuti durante la navigazione. Questa interfaccia è stata presentata al pubblico affiancata da due eventi: la mostra documentaria “Mauro Staccioli: Consolidare un’eredità artistica” e la giornata di studi “Scultura italiana dal secondo dopoguerra agli anni Ottanta” tenutisi entrambi presso la Bibliotheca Hertizana di Roma.
A gennaio 2024, grazie alla partnership con la Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, le oltre 30.000 unità documentarie dell’archivio, i disegni e la biblioteca di Mauro Staccioli hanno trovato dimora stabile e possibilità di fruizione negli ambienti dell’Ex-oratorio del Crocifisso di Volterra nel complesso del Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena. Oltre a garantire la conservazione e l’accessbilità dei materiali a studiosi e ricercatori, il Museo Archivio Mauro Staccioli presenta, in uno spazio espositivo permanente, circa quaranta maquettes, fra le molte realizzate negli anni da Staccioli per studio, verifica e presentazione delle sue sculture, ambientate all’interno di luoghi urbani o in contesti naturali, in cui una stringente proiezione architettonica si coniuga a una poetica visione utopica. L’esposizione di questo nucleo di progetti plastici è affiancata da un touch screen interattivo appositamente progettato per risalire, attraverso documenti d’archivio, schizzi, disegni preparatori, fotomontaggi progettuali digitalizzati, alle grandi sculture realizzate dall’artista in Italia e all’estero.
L’Archivio Mauro Staccioli, la Galleria Il Ponte, la Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra e la Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck di Roma stanno collaborando per completare la digitalizzazione dell’intero corpus documentario e librario relativo all’opera di Mauro Staccioli. L’obiettivo di questo progetto è rendere tali materiali gratuitamente accessibili online, promuovendo così la conoscenza e lo studio dell’opera dell’artista e facilitando l’accesso a risorse preziose per studiosi, ricercatori e appassionati d’arte in tutto il mondo. Questa iniziativa mira a preservare l’eredità culturale di Staccioli, in modo tale che le sue opere e il suo contributo artistico possano essere apprezzati e studiati dalle future generazioni.

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Museo Archivio Mauro Staccioli
Museo Archivio Mauro Staccioli
Museo Archivio Mauro Staccioli
Museo Archivio Mauro Staccioli
Museo Archivio Mauro Staccioli
Maquette Staccioli Museo Archivio
Maquette Staccioli Museo Archivio
Maquette Staccioli Museo Archivio
Mauro Staccioli, La Boldria, 2009, galleria Il Ponte, Firenze_2
Mauro Staccioli, La Boldria, 2009, galleria Il Ponte, Firenze_1
Miart 2023, Mauro Staccioli, galleria Il Ponte_03
Art Brussels, Mauro Staccioli, galleria Il Ponte_01
Mauro Staccioli, Marking Space, galleria Il Ponte, Firenze_06
Mauro Staccioli, Marking Space, galleria Il Ponte, Firenze_10
Mauro Staccioli, Marking Space, galleria Il Ponte, Firenze_04
Mauro Staccioli, Marking Space, galleria Il Ponte, Firenze_14
Mauro Staccioli, Marking Space, galleria Il Ponte, Firenze_01
Mauro Staccioli, Marking Space, galleria Il Ponte, Firenze_15
Mauro Staccioli, Gli anni di cemento, 2012, galleria Il Ponte, Firenze_09
Mauro Staccioli, Gli anni di cemento, 2012, galleria Il Ponte, Firenze_gr
Mauro Staccioli, Firenze 2004, galleria Il Ponte, Firenze_1
Mauro Staccioli, Uguale e contrario, galleria Il Ponte, Firenze_2


Venturino Venturi

A Venturino Venturi, artista toscano nato e vissuto a Loro Ciuffenna, la galleria Il Ponte dedica una mostra retrospettiva nel 2023. La mostra è l’occasione per riallacciare la relazione iniziata con Venturino Venturi dal fondatore della galleria Vincenzo Alibrandi che, nella sede di San Giovanni Valdarno, espose più volte le sue opere a partire dal 1966 al 1974 e con cui aveva collaborato alla realizzazione di un ciclo di oltre trenta opere grafiche, tra acqueforti e bulini, nel 1972.
Il legame nato per questa mostra recente con l’Archivio Venturino Venturi ha portato alla realizzazione del volume “Nato sì, molto tempo fà, Scritti 1936-1974”, a cura di Lucia Fiaschi e Nicoletta Mainardi, edito da Gli Ori di Pistoia che raccoglie la quasi totalità della produzione letteraria dell’artsita.
La galleria Il Ponte sta partecipando inoltre ai lavori di preparazione del nuovo catalogo ragionato dell’opera di Ventuino Venturi in uscita nel 2025, per il quale sono in corso una importante campagna fotografica per documentare per opere prodotte da Venturino e un lungo processo di digitalizzazione dei materiali d’archivio che confluiranno nel volume.

Venturino Venturi, Senza titolo, 1950, galleria Il Ponte
Venturino Venturi, Maternità, 1954, galleria Il Ponte
Venturino Venturi, Senza titolo,1965, galleria Il Ponte
Venturino Venturi, Ritratto di Sergio Scatizzi, 1965, galleria Il Ponte
Venturino Venturi, Senza titolo, 1965, galleria Il Ponte_01
Venturino Venturi, Senza titolo, 1965, galleria Il Ponte_02
Venturino Venturi, Senza titolo, 1965, galleria Il Ponte_03
Venturino Venturi, Senza titolo, 1965, galleria Il Ponte_04
Venturino Venturi, Senza titolo, 1966, galleria Il Ponte_05
Venturino Venturi, Senza titolo, 1966, galleria Il Ponte_06
Venturino Venturi, Senza titolo, 1966, galleria Il Ponte_07
Venturino Venturi, Senza titolo, 1967, galleria Il Ponte_08
Venturino Venturi, Adamo ed Eva, (metà anni ’70), galleria Il Ponte_09
Venturino Venturi, Scheggia di marmo, 1978, galleria Il Ponte
Venturino Venturi, Senza titolo, 1981, galleria Il Ponte_10
Venturino Venturi, Senza titolo, 1981, galleria Il Ponte_11
Venturino Venturi, Senza titolo, 1981, galleria Il Ponte_12
Venturino Venturi, Senza titolo, 1981, galleria Il Ponte_13
Venturino Venturi, Senza titolo, 1981, galleria Il Ponte_14
Venturino Venturi, Senza titolo, galleria Il Ponte