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Primo Vere, Galleria Il Ponte, Firenze_5
JACOPO BUONO / MATTEO COLUCCIA / STEFANO GIURI
primo vere
a cura di SERGIO RISALITI
21 marzo – 20 aprile 2021

inaugurazione 21 marzo, 11.30 – 18.00

Su idea del direttore artistico del Museo Novecento di Firenze, Sergio Risaliti, sei gallerie d’arte di Firenze, da domenica 21 marzo danno vita al progetto Primo vere.
L’iniziativa nasce in simbolica concomitanza con l’equinozio di primavera, così come il titolo reinvia all’esordio editoriale del giovanissimo Gabriele d’Annunzio che a soli 16 anni diede alle stampe la sua prima raccolta di poesie.
Le gallerie coinvolte – Frittelli,  Il Ponte,  La Portineria,  Poggiali,  Santo Ficara, Eduardo Secci Contemporary – sono determinate a fare sistema per dare un forte segnale di rinascita culturale della città, abbracciando l’idea di esporre per un mese opere di giovani artisti che qui vivono o gravitano stabilmente e che adesso più che mai hanno bisogno di sostegno, dimostrando che Firenze non è una città-vetrina, ma città-laboratorio dove i giovani decidono di risiedere per vivere esperienze formative, maturare e intercettare l’interesse degli operatori del settore.

Espongono a Il Ponte Jacopo Buono, Matteo Coluccia, Stefano Giuri.

Jacopo Buono SUBLIME FRIDGE
Nella società odierna l’azione mediante la quale abbiamo contatti col mondo esterno avviene in due modi: uscire col proprio corpo da qualsiasi fabbricato o “surfare” su internet passando rapidamente da un link all’altro.
Nel periodo del lockdown ci siamo resi definitivamente conto di come il surfing online possa risultare dominante, quasi opprimente: abbiamo iniziato a guardare il mondo esterno come i pittori del Romanticismo guardavano i loro paesaggi. Le nostre finestre, i nostri terrazzi, sono diventati (in quel periodo) delle nuove tele ottocentesche; guardavamo con nostalgia il cielo che ci sovrastava, riscoprendo le nuvole che ci guardavano dall’alto della loro libertà, come ci ricordava il fotografo Stieglitz con la sua serie Equivalents: “le nuvole sono lì per tutti, sono libere.”
Ogni nuvola di ogni giorno è unica. Lo stesso principio richiamava i dipinti di Constable alla ricerca della singola verità giornaliera o anche della serie del fotografo Luigi Ghirri chiamata Infinito.
Così partendo dal risultato di quest’ultimo, invece di tracciare un atlante cromatico annuale del cielo, mi sono soffermato sulla rinascita di queste nuove sensazioni rinate durante il periodo di reclusione vissuto.
Da qui parte la necessità di congelare certe sensazioni che potrebbero risultare utili, forse, in un futuro prossimo.
La costruzione di vari oggetti di conservazione del sublime, oggetti che evidenzino il contrasto tra un periodo brutale come quello che abbiamo vissuto e la delicatezza delle sensazioni che percepivamo nello stesso periodo.
Prendendo uno degli oggetti più brandizzati e pop che ci sono in commercio, la vetrina-frigo, sostituirò i prodotti che usualmente contiene con alcuni video di nuvole, uno per piano: congelando le sensazioni voyeuristiche che abbiamo percepito, sostituendo il brand con il sublime in frigorifero. Quando ne avremo bisogno, sarà lì, fresco e pronto all’uso.
Realizzando una serie di queste vetrine frigo si potrebbe formare un magazzino del sublime.

Matteo Coluccia PITON DE LA FURNAISE e AH! ILS S’ÉCOUTENT
Nei miei lavori recenti, ho cercato di stressare un’immagine piacevole. Figure colorate, infantili e fumettistiche sono utilizzate per innescare un fastidio sottopelle e per condividere l’idea che per qualcosa di rispettabile e positivo esposto in pubblico, qualcos’altro di negativo e disturbante è confinato fuori dalla scena.
Ripropone a Il Ponte: Piton de la Furnaise, una performance in cui due giganti testicoli si muovono nervosamente su e giù per l’ambiente espositivo. All’interno della maschera l’artista fuma ininterrottamente un pacchetto di sigarette. Agisce con tono irrequieto, un po’ come il vulcano da cui ha preso nome la performance e man mano lascia le cicche delle sigarette per terra. Un dipinto – documentazione impropria, la definisce Matteo – e i resti della performance tracciano così un percorso in transito.
Inoltre, partecipa con la serie di 5 tele: Ah! Ils s’écoutent.

Stefano Giuri UNTITLED
Nel suo lavoro analizza le connessioni e le relazioni tra i concetti dello spazio pubblico e privato, tra la memoria collettiva e individuale, per affrontare attuali problemi sociali legati ai luoghi dove egli lavora. Il suo lavoro racchiude l’idea che in ogni memoria individuale ci sono segni, tracce e modelli connessi ad epoche, contesti storici e culturali. Nella sua pratica artistica i suoi interessi vertono sulla performance e sulla scultura.
Nel progetto Primo Vere presenta Untitled una serie di sculture in cemento.