RAYMOND HAINS – MIMMO ROTELLA |
Giornale | |
artypò decollages saffa | Mostra 2012 | |
Gli anni Cinquanta sono il nido, in Europa, per la nascita e crescita della società delle immagini, dei simulacri e avrà quale formulazione artistico/politica la teorizzazione di Guy Debord con la categoria della Società dello spettacolo.
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I fermenti degli anni ’50 producono un fenomeno noto come neoavanguardia e tra le prime situazioni da indagare c’è il Nuovo Realismo, movimento europeo, franco-italiano, che intende contrapporsi alle voci che giungono dagli stati Uniti e si ricopriranno della sigla Pop Art.
Siamo tra il 1959 e il 1960 e un folto gruppo di artisti, soprattutto francesi, si aggrega, si avvicina reciprocamente e spontaneamente fino alla decisione di stendere una Dichiarazione di poetica comune. Sono Arman, Cesar, Cristo, Deschamps, Dufrene, Hains, Yves Klein, Raysse, Mimmo Rotella, Niki de Saint-Phalle, Spoerri, Tinguely, Villeglé e Pierre Restany, organizzatore e teorico del gruppo.
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Non parleremo dello specifico sviluppo del gruppo; ci interessa ragionare intorno a due artisti, Hains e Rotella, che aderiranno al gruppo, ma il loro lavoro iniziale, il loro tempo della sperimentazione, risale agli albori degli anni 50. Del resto il difficile racconto dell’arte contemporanea nasce proprio dalla sfasatura tra il cominciamento e la trovata identità d’immagine, la riconoscibilità di un artista attraverso l’analisi delle sue opere.
Sono due affichistes nella reciproca insaputa, uno del lavoro dell’altro. Ma il manifesto illustrazione non è, in quanto oggetto prelevato, al modo di un ready made per entrambi, non resta sempre non manipolato, a volte viene profondamente interpretato, essendo egli stesso un’invenzione di un autore.
Da Mauro Panzera, Hains – Rotella, artypò décollages saffa, testo in catalogo