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federica del re

    ArteFiera 2024, galleria Il Ponte
    ArteFiera 2024, galleria Il Ponte_1
    ArteFiera 2024, galleria Il Ponte_2
    ArteFiera 2024, galleria Il Ponte_3
    ArteFiera 2024, galleria Il Ponte_4
    ARTEFIERA 2024
    Pad. 26 – Stand B 12
    2 – 4 febbraio 2023

    Copia del video proveniente dal CSC-Cineteca Nazionale

    Il progetto della galleria Il Ponte per ArteFiera 2024, intitolato SKMP2 – Sargentini, Kounellis, Mattiacci, Pascali, Patella, oltre alla proiezione del film omonimo, prevede la presentazione di una selezione di opere degli artisti coinvolti nel film-progetto di Luca Maria Patella.

    SKMP2 sembra una formula chimica e come tale doveva essere nelle intenzioni di Luca Maria Patella, ma è anche un fortunato acronimo che sta per i nomi dei cinque protagonisti di un film ormai passato alla storia, almeno di quella dell’arte: Sargentini, Kounellis, Mattiacci, Pascali e Patella.

    SKMP2 è un film di un artista, ma anche un film su degli artisti ripresi durante azioni fini a se stesse, performances, realizzazioni spontanee e messa in scena di loro opere effimere.
Un film girato da Patella in 16 mm tra aprile e fine luglio 1968, scandito in quattro episodi principali e proiettato per la prima volta in pubblico il 21 dicembre dello stesso anno, in un’occasione altrettanto emblematica: la galleria L’Attico di Fabio Sargentini prendeva infatti possesso del garage di Via Beccaria, abbandonato lo spazio signorile di Piazza di Spagna. L’Attico non era nuovo a proiezioni di film. Era avvenuto nella collettiva Fuoco Immagine Acqua Terra nel giugno del 1967, quando Schifano ne aveva “esposti” ben due. Ma soprattutto fu in occasione della mostra personale di Patella il 30 aprile del 1968, intitolata Ambiente proiettivo animato, che diapositive, sonoro, proiezioni, comportamenti reali erano divenute parti fondamentali dell’opera.

    SKMP2 si pone quindi in un clima di sperimentazione folgorante e creativamente surriscaldata, quella della ricerca concettuale di Patella (che fin dal 1965 produceva “opere-film” in 16 o 35 mm, tra cui il celebre Terra Animata del 1967), quella dell’attività dirompente de L’Attico e quella dell’opera di innovativi artisti come Mattiacci, Kounellis, e Pascali. SKMP2 é un film generazionale in cui tutti i partecipanti, dal regista/operatore/montatore/sonorizzatore Patella, al produttore/stimolatore di situazioni Sargentini, agli attori/creativi/protagonisti, erano anagraficamente sulla stessa barca, il più giovane Mattiacci, nato nel 1940, il più “anziano” Patella nato nel 1934. Ma SKMP2 è anche testimonianza di un gruppo d’artisti d’avanguardia che lavorano tutti per la stessa galleria, un’opera spontanea dove ognuno ha agito in piena libertà e a suo modo, temporalmente e geograficamente circoscritta, che documenta una situazione molto precisa, non artificiosa né di potere o con pretesti ideologici ma organica e vitalistica.

    SKMP2 si struttura in quattro episodi principali, ognuno dedicato a un singolo artista. Ogni episodio, in modo arbitrario, può essere a sua volta diviso in un capitolo o sotto-episodio che dir si voglia. Le location in cui gli artisti si trovarono ad essere filmati furono rispettivamente lo studio-casa in via del Banco di Santo Spirito a Roma per Kounellis, L’Attico di Piazza di Spagna, lo studio e la strada su via Nomentana per Mattiacci, la spiaggia del Villaggio dei Pescatori di Fregene per Pascali, la campagna toscana e la zona dell’EUR per Patella. I titoli di apertura del film recitano: “SKMP2 Kounellis Mattiacci Pascali Patella – Reportage ironico visuale di Patella”. Il prologo del film é alquanto ironico e allo stesso tempo colto. Come in Entr’acte di Clair del 1924, Sargentini, in sottofondo musicale il rombo di un motore, con una bacchetta magica fa apparire e scomparire alcuni degli “attori” principali del film.

    Il primo episodio è dedicato a Mattiacci ed è girato in buona parte con un obiettivo fish eye, uno dei vari espedienti tecnici che Patella amava utilizzare direttamente in camera (tra cui dissolvenze, pixillation, stacchi e stop motion) e che caratterizzano l’originalità del film. Diviso in tre sotto-episodi (di cui quello di apertura e di chiusura girati ne L’Attico), riprende Mattiacci che gioca con grossi copertoni di camion i quali sembrano danzare grazie all’effetto stop motion sulle note di Saint-Saëns e Bach (che accompagneranno anche gli altri episodi) e che, cavalcandoli come fossero una motocicletta (“dinamica dell’oggetto in sé” afferma a proposito I’artista) o girando per la città dentro le sue sculture di lamiera ondulata zincata Praticabili, alla fine del terzo capitolo cadrà a terra sul pavimento della galleria investito a morte dai suoi scherzosi pneumatici.

    Nel secondo episodio, con protagonista Kounellis, anch’esso girato col fisheye e con sottofondo musicale del carnevale degli animali di Saint-Saéns, dopo le scene di apertura con immagini di pali avvolti da lana, il pappagallo, gabbie per uccellini, carboni
ammucchiati a terra, un trenino giocattolo che rimanda, con uno stacco improvviso, alla visione a un finestrino di un treno vero in corsa, si assiste al capitolo centrale intitolato “Area Verde” (virato nello stesso colore), in cui si documenta la tintura di un grande panno portato a mano dentro un bidone da Kounellis e dallo stesso Sargentini, colorato in una vasca e poi steso nella stanza con I’aiuto di Anna Paparatti e Efi Kounellis.

    Il terzo episodio si intitola Manovre Naturali. È quello in cui Patella, che si definisce qui “protoconcettuale e futuro”, insieme alla compagna Rosa Foschi, con delle bandierine (in omaggio al semiologo Prieto) comanda i movimenti delle nuvole e scivola sui prati in modo mirabolante (la coppia del tutto sola “si anima” grazie a un flessibile lungo 10 metri manovrato e nascosto in mano dallo stesso Patella). L’episodio é diviso in tre capitoli, scanditi da scritte come “No, un altro comportamento”, è a colori, virato in blu o in bianco e nero, con i tipici effetti di “autopedoni” (camminata bloccata), la ripresa in sequenza di un orologio, un esposimetro, il volto di Patella in quattro profili, il sonoro di un discorso al contrario, il piantare chiodi alla parete, l’appendervi una piccola incisione, il bere un bicchiere di acqua.

    L’ultimo episodio è intitolato semplicemente Pino. Pascali, che mori I’11 settembre del 1968, non fece in tempo a vederne il montaggio definitivo, anche se Patella ricorda che aveva avuto modo di visionarne con lui alcuni spezzoni, di cui Patella stesso non buttò via né tagliò niente, in ricordo dell’amico scomparso. L’episodio si caratterizza anch’esso per le celebri riprese con un fisheye delle opere di Pascali nella sala personale alla Biennale di Venezia ancora in corso (la sua ultima mostra) e per il “rituale di fertilità” dell’artista inscenato sulla spiaggia di Fregene (una curiosità: ad accompagnare il gruppo sul luogo fu Pistoletto col suo furgoncino insieme alla compagna Maria Pioppi). Scandito numericamente in cinque sequenze di una cerimonia iniziatica (dall’emergere di Pascali dalla sabbia al tagliare l’acqua con le forbici al piantare filoni di pane…), virato in parte in oro, l’episodio è I’ultima ed estrema testimonianza di un’opera comportamentale, una vera e propria performance secondo quelle scenografie rituali del Living Theater tanto ammirate da Pascali. Impossibile classificarlo come semplice film d’artista, documentazione creativa di performances o di opere.

    SKMP2 è un’opera collettiva prodotta da Sargentini (catalizzatore di genialità artistiche) e che, attraverso una regia colta (vi compaiono citazioni da Buster Keaton a Georges Méliès) e un uso diretto e audace della tecnica e del sapere cinematografico da parte di Patella, ha incarnato possibilità estetiche d’avanguardia in un momento storico e in una circostanza creativa di irripetibile intensità e dirompenza (incarnata nelle opere di Kounellis, Mattiacci, Pascali e Patella stesso).

     

    Gennaio 26, 2024 0 comment
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