ROSA FOSCHI Catalogo
polaroid ROSA & film FOSCHI
Mostra 2019

All’inizio del Novecento, con il termine russo “otstranenie” – scritto con il refuso di una sola n anziché due –, lo scrittore e critico letterario Viktor Šklovskij definì quello che, a suo avviso, avrebbe dovuto essere il compito di ogni scrittore: liberare il lettore dall’automatismo della percezione, rendendo insolito l’oggetto, di volta in volta percepito, attraverso la presentazione di lati inediti di esso. Šklovskij giunse così a teorizzare il “dispositivo dello straniamento”: “non avvicinamento del significato alla nostra comprensione, ma la creazione di una speciale percezione dell’oggetto, a creazione di una ‘visione’ di esso, non ‘riconoscimento’” […]

[…] secondo il parere di chi scrive, anche il lavoro della film-maker, fotografa e pittrice Rosa Foschi non può essere compreso senza far riferimento a tale concetto.

I suoi tre film professionali a 35 mm inclusi nella mostra alla Galleria Il Ponte, Amour du cinéma (1969), Ma femme (1970) e Amore e Psiche (1971), nonché le polaroid realizzate tra le fine degli anni Ottanta e i Novanta, spiazzano lo spettatore poiché si costituiscono dall’accostamento di elementi tra loro disomogenei, discordanti, cacofonici che, in quanto tali, producono in chi li guarda un senso di sorpresa, di disagio per l’impossibilità di comprenderne il senso. L’intento della loro autrice è indurre lo spettatore ad andare oltre la cacofonia percepita per cercare invece di captare i presunti legami sottesi dagli elementi che compongono ogni immagine o fotogramma.
Lo straniamento così ottenuto da Rosa Foschi, anche con sfumature ironiche satiriche o sarcastiche, è pertanto una tecnica sperimentale che, per essere decodificata, richiede particolari competenze culturali da parte degli osservatori. I numerosi riferimenti artistici – da Dalì a Duchamp, da Beuys a Magritte, da Luca Maria Patella fino a Leonardo – si uniscono infatti a molteplici riferimenti letterari, cinematografici e teatrali – ad esempio, ad Artaud e Apollinaire –, nonché a rimandi alla vita domestica. Ma tra essi non c’è alcuna gerarchia di valore: tutti concorrono, parimenti, a creare un cortocircuito nella percezione dell’immagine, tale da innescare domande, ma senza fornire risposte univoche. […]

Ilaria Bernardi, Rosa Foschi, o dello straniamento, testo in catalogo